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Web Marketing , 11 Aprile 2017
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Tripadvisor: la rivincita dell'hotellerie

Nell’era del web 2.0 il vecchio adagio secondo cui “l’ospite è come il pesce” va ormai riaggiornato: perché se è pur sempre vero che “dopo 3 giorni puzza”, altrettanto non si può dire di un’altra peculiare caratteristica dell’essere pinnato, vale a dire il mutismo.
L’ospite infatti parla, eccome se parla.
E spesso non aspetta neppure tre giorni. Soprattutto se ci sono portali web - come i famigerati TripAdvisor e Booking.com - che lo caldeggiano a esprimere a caldo le proprie valutazioni sull’esperienza vissuta.
Pulizia, accoglienza, posizione, servizio, persino la qualità del sonno: ogni aspetto costituisce parametro di valutazione e il viaggiatore - come non aspettasse altro - è pronto a vestire i panni del (re)censore per condannare o assolvere la struttura ricettiva da lui provata.
E qui - chi è senza peccato scagli la prima pietra - siamo tutti pronti a diventare giudici spietati e inclementi. Dal materasso del letto al soffitto del bagno, la radiografia a cui sottoponiamo la stanza che ci ha ospitato farebbe invidia al RIS di Parma. E le prove raccolte si traducono il più delle volte in inappellabili sentenze di colpevolezza: un graffio su un cassetto fa gridare all’incuria, un capello sotto l’armadio suscita scandalo e orrore.
Certo, le esperienze negative raccontate sul web e condivise sui social network hanno l’imprescindibile virtù di evitare ad altri di cadere nei nostri stessi errori e di risparmiarsi vacanze da incubo. Ma saremmo altrettanto implacabili se dovessimo giudicare noi stessi? TripAdvisor pare voler inaugurare una nuova era nel rapporto tra chi ospita e chi è ospitato. Come? Introducendo la possibilità, per i proprietari delle strutture, di recensire le persone che soggiornano presso di loro.
Non si tratta di una novità assoluta: siti di home sharing come Airbnb e community come BlaBlaCar si fondano proprio sulle reciproche valutazioni degli utenti, che sono pubbliche e danno un’indicazione sull’affidabilità della persona a cui si offre un alloggio o un passaggio. Ora che anche TripAdvisor offrirà questo servizio (in via sperimentale e privata, per ora), le curiosità sono molte: gli ospiti diventeranno più clementi nei loro giudizi, pensando anche alle proprie mancanze?
Oppure gli albergatori si prenderanno la loro rivincita, scatenando una vera e propria battaglia virtuale a colpi di recensioni negative? Ai posteri l’ardua sentenza.

Autore: Luca Regonesi