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Realizzazione Ecommerce: strategie

Gli italiani vendono (e comprano) sempre più online

News , 20 Aprile 2017
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Una ricerca Ipsos mostra l’impatto della sharing economy sull’e-commerce

Gli italiani sono sempre più propensi a disfarsi degli oggetti che non utilizzano più. Non però nel modo forse più naturale a cui potremmo pensare, ovvero gettandoli nella spazzatura, bensì ricorrendo alla cosiddetta sharing economy: offrire a cose che hanno fatto parte fino ad oggi del nostro quotidiano una seconda possibilità di vita.

Come? Vendendole. A chi? Al popolo di internet.

Già, perché ancora una volta la risposta è nella rete. Una ricerca condotta da Ipsos a livello internazionale su committenza di eBay rivela infatti nuove tendenze nel mondo per quanto riguarda la propensione delle persone a sfruttare il web e le sue potenzialità per perseguire uno stile di vita maggiormente sostenibile.
Appare infatti sempre più in declino l’idea che un oggetto possa durare e quindi essere posseduto per sempre: sono rimasti a pensarlo solo 4 intervistati su 10. Prende invece piede di pari passo la convinzione che la riduzione degli sprechi possa passare attraverso la vendita e il riuso e che la rete possa favorire tale opportunità.

La potenza dell’e-commerce

Nel 2016 gli italiani hanno incrementato l’utilizzo dell’e-commerce. Certo, restiamo pur sempre dietro a francesi e spagnoli per la vendita di oggetti inutilizzati per via telematica (solo il 35% contro, rispettivamente 57% e 44%), ma se non altro siamo riusciti a guadagnare di più dalla cessione di ciò che non usiamo più: una media di 135 euro ad oggetto, ben 25 in più di quanto ci hanno ricavato gli intervistati francesi. Insomma, italians do it better anche in questo campo.
E comunque per il futuro abbiamo buoni propositi: il 45% dei nostri connazionali interpellati ha infatti manifestato la volontà di servirsi prossimamente delle piattaforme online per sbarazzarsi di ciò che ha di troppo o di non più utile.

La scelta dell’e-commerce

Detto che ad intraprendere questo tipo di comportamento sono soprattutto – e inevitabilmente – i membri più giovani del campione intervistato (l’84% degli under 35 fa ricorso all’e-commerce in termini di economia di condivisione, contro soltanto il 70% degli over 60), l’indagine ha mostrato che la fascia più giovane della popolazione (sotto i 24 anni) riesce a guadagnare dalle vendite mediamente meno denaro rispetto alla generazione precedente (quella dei 25-34enni): 99 euro contro ben 164.
La ricerca ha inoltre approfondito quali sono i criteri e le motivazioni che guidano alla scelta del sito a cui affidarsi per mettere in vendita i propri beni di seconda mano. Le risposte degli italiani hanno individuato tre principali fattori che li orientano verso una piattaforma piuttosto che un’altra: la sicurezza delle transazioni (51%), la semplicità di utilizzo del portale (43%) e la popolarità del sito (39%). 
Viene confermato una volta di più che il web premia chi ci rende la vita facile, è già stato provato con successo da altri e non ci fa perdere né tempo né denaro. Un’ulteriore riprova viene dalle modalità di pagamento: la più apprezzata dagli acquirenti è PayPal, per via della sua velocità e semplicità.

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